Il prossimo anno segnerà un capitolo significativo per l’Uganda, che si prepara ad ospitare il 19° summit del Movimento dei Non Allineati (NAM) e la conferenza del G77 più la Cina. Un’impresa storica per il paese, ma anche un impegno costoso con benefici diplomatici ed economici ancora avvolti nell’incertezza per il presidente Museveni. Nonostante l’emarginazione subita a causa delle leggi anti-gay, Museveni sembra cercare di utilizzare questi eventi di risonanza internazionale per consolidare la sua posizione globale.
I preparativi sono in pieno svolgimento a Kampala, la capitale ugandese, dove si stanno investendo notevoli risorse nella costruzione di un centro conferenze all’avanguardia. Tuttavia, la corsa contro il tempo per migliorare le infrastrutture, incluso il ripristino delle strade cittadine, solleva domande sulla fattibilità e sulla reale preparazione del paese per accogliere un evento di tale portata.
L’Uganda sarà il quinto paese africano a ospitare un summit del NAM, un riconoscimento prestigioso che potrebbe migliorare l’immagine internazionale della nazione. Dignitari attesi includono i presidenti di Venezuela, Bielorussia e Cuba, segnalando una volontà di Museveni di stabilire legami con paesi con affinità politiche. Tuttavia, la natura controversa di alcuni ospiti, come il presidente Maduro del Venezuela, solleva interrogativi sulla coerenza degli alleati cercati dall’Uganda.
La questione della sicurezza è un aspetto critico, considerando gli attacchi terroristici recenti nel paese. Nonostante le assicurazioni del presidente Museveni, resta da vedere se la creazione di una forza di polizia specializzata sarà sufficiente a garantire la protezione durante gli eventi.
Il costo stimato di circa 70 milioni di dollari per l’organizzazione del summit solleva domande sulla sostenibilità finanziaria dell’Uganda, che non dispone di finanziamenti dedicati o di uno staff specifico per l’evento. Sebbene possa beneficiare dell’attenzione internazionale e dell’opportunità di attrarre investimenti, rimane incerto se questi summit porteranno vantaggi concreti a lungo termine.
Il tema di leadership del NAM dell’Uganda, incentrato sull'”approfondimento della cooperazione per una prosperità globale condivisa”, riflette l’aspirazione del paese a svolgere un ruolo chiave nella collaborazione tra nazioni in via di sviluppo. Tuttavia, senza una chiara agenda o una struttura organizzativa definita, l’iniziativa potrebbe rischiare di perdere di significato.
In conclusione, mentre l’Uganda si prepara a ospitare queste importanti conferenze internazionali, la sostenibilità e l’efficacia delle ambizioni globali del paese rimangono aperte a dibattito. La comunità internazionale sembra dimostrare un interesse limitato per gli sviluppi in corso in Uganda, mettendo in secondo piano le questioni cruciali del paese. In questo contesto, la realizzazione di un’imponente iniziativa geopolitica solleva interrogativi critici sulle priorità del paese e sulla reale portata dei benefici che ne deriverebbero.
© Ispirato da “The Africa Report”