L’11 ottobre 2023 la Corte Suprema di Nairobi ha temporaneamente sospeso la decisione del governo del Kenya di inviare 1.000 agenti di polizia ad Haiti in una missione di supporto alla sicurezza appoggiata dall’ONU. Questo sviluppo è il culmine di una settimana intensa che ha visto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (CSNU) adottare una risoluzione che ha scatenato critiche legali e politiche sia in Kenya che all’estero.
Nel corso dell’ultimo anno, l’idea di un intervento delle Nazioni Unite ad Haiti è stata oggetto di discussione da parte di diverse parti e è stata richiesta più volte anche dal governo haitiano. In questo stesso periodo, si sono verificate circa 3.000 vittime a Haiti a causa della crescente violenza delle bande criminali. Queste bande hanno assunto il controllo su vaste aree del territorio e dominano circa l’80% della capitale. Il loro potere è cresciuto in modo significativo, caratterizzato da omicidi, rapimenti ed estorsioni, in seguito all’assassinio del presidente Jovenel Moise nel 2021. Da allora, non sono state più organizzate elezioni, e il paese ha subito una mancanza di leadership istituzionale, mentre le bande criminali, spesso in conflitto tra loro, si sono impadronite del vuoto di potere. Molte di queste bande sono meglio armate e più numerose delle forze di polizia locali.
Il Kenya promise l’invio di 1.000 uomini ad Haiti, probabilmente appartenenti alla forza paramilitare Unità di Servizio Generale (GSU), che in patria interveniva in caso di manifestazioni violente o attacchi terroristici. La missione prevedeva che le forze di sicurezza controllassero aeroporti, porti, scuole, ospedali e gli incroci principali delle strade del paese. Dovevano condurre anche operazioni mirate in collaborazione con la polizia haitiana e ripristinare le condizioni per poter tenere delle elezioni: le ultime erano state nel 2016.
Inizialmente, il governo del Kenya aveva accolto con gioia l’approvazione del CSNU.
Il Presidente Ruto aveva esultato dichiarando: “Sono entusiasta che il Consiglio di Sicurezza abbia risposto direttamente alla mia chiamata con la Risoluzione del CSNU 2699 (2023), che autorizza la Missione di Supporto alla Sicurezza Multinazionale a rafforzare la Polizia Nazionale di Haiti con il supporto operativo e altre iniziative congiunte.” Tuttavia, il partito di opposizione Thirdway Alliance Kenya (TWA-K) ha presentato un ricorso contro il dispiegamento, affermando che il governo stesse per commettere un atto illegale.
Qualcosa è cambiato!
L’opposizione ha sollevato diverse questioni fondamentali, basate su argomenti legali e costituzionali. In particolare, il TWA-K sostiene che la costituzione del Kenya consente il dispiegamento delle “forze nazionali” (ossia l’esercito, l’aeronautica e la marina) al di fuori del paese per operazioni di supporto alla pace regionale o internazionale. Tuttavia, tale dispiegamento richiede l’approvazione parlamentare attraverso il Consiglio per la Sicurezza Nazionale, presieduto dal presidente.
Fino ad ora, tale approvazione non è stata ottenuta!
Un ulteriore argomento sollevato riguarda la qualificazione di Haiti come “paese reciprocante” ai sensi della legge sulla polizia del Kenya. Ciò è particolarmente importante considerando le sfide politiche ed istituzionali che Haiti ha affrontato negli ultimi tempi, tra cui l’assassinio del presidente Jovenel Moïse e l’instabilità politica in corso. Questa discussione solleva dubbi sulle necessità e la legittimità del coinvolgimento del Kenya in una missione così complessa e rischiosa.
Le preoccupazioni crescono ulteriormente a causa del coinvolgimento degli Stati Uniti.
La risoluzione del CSNU è stata redatta dagli Stati Uniti e dall’Ecuador, con il Presidente Joe Biden che ha elogiato il Presidente Ruto per aver accettato il ruolo di guida nella missione.
Questo ha portato a speculazioni sul coinvolgimento degli Stati Uniti nella decisione del Kenya.
I critici sollevano il problema delle conseguenze delle precedenti operazioni di intervento statunitense in varie parti del mondo, sostenendo che spesso hanno lasciato i paesi in una situazione peggiore di prima.
Come abbiamo detto precedentemente, la situazione ad Haiti è estremamente complessa a causa della mancanza di stabilità politica e del deterioramento delle condizioni economiche. L’assassinio del presidente Moïse e l’instabilità politica in corso hanno contribuito a una crescente violenza, con migliaia di vittime e gravi problemi di sicurezza. L’opposizione politica in Kenya, in particolare il leader Raila Odinga, ha sottolineato che la missione in Haiti richiede una soluzione politica e non solo l’invio di 1.000 agenti di polizia. Sorge spontaneo chiedersi in che modo un Paese come il Kenya possa aiutare in questa situazione e il futuro della missione resta incerto.
La Corte Suprema del Kenya ha emesso una sospensione temporanea del dispiegamento degli agenti di polizia in Haiti, aprendo la strada a ulteriori discussioni sul tema. Nel frattempo, le domande sulla legittimità e sulla necessità di questa missione continuano a dominare la discussione in Kenya, con preoccupazioni crescenti sull’entità del coinvolgimento degli Stati Uniti.
Resta da vedere come si svilupperanno gli eventi e quale sarà il ruolo effettivo del Kenya in questa missione controversa. Resta da vedere se avrà un ruolo!
Di Martina Mereni