Svegliata di soprassalto, come al suono di una telefonata nella notte che annuncia una brutta notizia, l’Europa si è ritrovata nel bel mezzo della nuova Guerra Fredda.
Il nostro continente, dopo essersi scannato al suo interno per millenni, si sta pian piano formando una sua identità, anche se a fatica. Abbiamo vissuto tutta la fase della globalizzazione, che ci ha aiutato nel lavoro, ci ha permesso grandi esportazioni, di cui hanno goduto tutti i paesi manifatturieri come Germania e Italia. Abbiamo girato il mondo con le nostre merci senza vincoli, in Cina e in Asia soprattutto, prima per produrre e poi per esportare, e anche in USA e all’interno dell’Unione (per intenderci, l’Italia esporta quasi il 50% del suo prodotto nei paesi europei).
Intanto, mentre proseguiva quella fase, la UE ha dovuto far fronte alla crisi endemica del 2008, con il risultato di chiudersi ancora di più in sé stessa.
Intanto, accadeva anche in Europa quello che è accaduto in tutti i paesi occidentali: i vasi comunicanti hanno operato a favore dell’Asia e i lavoratori del ceto medio nel mondo occidentale hanno sofferto e si sono arrabbiati.
Anche da noi, allora, sono tornati di moda i nemici, rappresentati dalla cosiddetta invasione migratoria (che tale non è, ma che tale diventa se gridata ogni giorno sui media).
Ogni paese abbandonato dalla regia unitaria della UE è andato per la sua strada e oggi ci troviamo i paesi di Visograd che ricevono i sussidi europei e li spendono nei muri per salvarsi dall’invasione dei migranti.
Poi sono arrivati l’antipolitica e i partiti sovranisti, in cui l’Italia ha eccelso, creando un governo che ha messo insieme due di tali partiti e che, per fortuna, è morto sulle sue contraddizioni. Il mantra del sovranismo è la chiusura a tutto, con un ritorno a un’economia autarchica, forse anche aiutata dall’uscita dell’euro.
Per tenere le distanze dai nazionalismi e/o populismi, ci siamo perfino inventati formule politiche di abbraccio tra diversi, come la grande coalizione in Germania e in molti altri paesi.
Citiamo questa situazione solo per sottolineare due cose: che la distrazione della UE era altissima e che la sua attenzione era in altre faccende affaccendata e che nelle difficoltà si sono inseriti tutti i veri protagonisti della Guerra Fredda, di cui la UE non si era accorta.
Putin ha lavorato da par suo, facendo accoliti e aiutando partiti nazionalisti da alleare alla sua debolezza, in primis la Lega in Italia, che appare al soldo di Mosca (tanto che gli USA l’avrebbe bastonata dando il via a Moscopoli). La Cina ha fatto la sua parte, vendendo la sua mercanzia e promettendo soldi, soldi e ancora soldi.
Tanti hanno abboccato all’amo cinese, i più grandi e anche l’Italia, che si è distinta con i 5 Stelle che hanno aperto i porti ai cinesi.
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