Il Kenya è un Paese dell’Africa centro-orientale, situato fra Etiopia e Tanzania e bagnato a sud-est dall’Oceano Indiano; il territorio di questo Stato africano fra i più ambiti come meta turistica è dato in prevalenza da altopiani sui 2.000 metri d’altezza, che si innalzano a nord della capitale Nairobi fino a ben oltre 5.000 metri; ad est verso le coste e la Somalia invece si estende una zona pianeggiante.
Forma di governo Repubblica presidenziale
Superficie 591.971 Km²
Popolazione 47.564.000 ab. (censimento 2019)
50.540.000 ab. (stime 2022)
Densità 80 ab/Km²
Capitale Nairobi (4.397.000 ab., 6.599.000 aggl. urbano)
Moneta Scellino del Kenya
Indice di sviluppo umano 0,575 (152° posto)
Lingua Swahili, Inglese (entrambe ufficiali), idiomi regionali
Speranza di vita M 64 anni, F 68 anni
Confini:
Etiopia a NORD
Sudan del Sud a NORD-OVEST
Uganda ad OVEST
Tanzania a SUD
Somalia ad EST
Oceano Indiano a SUD-EST
Grazie alla precedente tabella si può analizzare la Piramide della Popolazione kenyota, come?
- Disuguaglianza economica marcata: I dati evidenziano una notevole disuguaglianza economica in Kenya. La categoria del 10% più ricco della popolazione contribuisce al 55% del PIL, mentre la categoria del 50% più povero contribuisce solo al 9% del PIL. Questa differenza sottolinea un divario significativo tra le fasce più abbienti e quelle meno abbienti della popolazione.
- Disuguaglianze nel PIL pro capite: Il PIL pro capite varia notevolmente tra le diverse categorie di popolazione. Mentre la prima categoria ha un PIL pro capite elevato di $11,800, la seconda categoria ha un PIL pro capite molto più basso, appena $1,931. Questa differenza riflette le ampie differenze di reddito tra le fasce di popolazione.
- Concentrazione della ricchezza tra gli adulti: La suddivisione della ricchezza tra gli adulti mostra che il 10% più ricco della popolazione detiene il 55% della ricchezza, mentre il 50% più povero detiene solo il 9%. Questo suggerisce una distribuzione disuguale della ricchezza tra gli adulti kenioti.
- Basso reddito pro capite in alcune categorie: La terza categoria rappresenta il 50% della popolazione ma contribuisce solo al 9% del PIL e ha un PIL pro capite molto basso di $386. Questa categoria potrebbe affrontare sfide economiche significative.
- Importanza delle politiche economiche e sociali: La comprensione di queste disuguaglianze economiche è fondamentale per la pianificazione delle politiche. Per ridurre le disuguaglianze e promuovere il benessere generale, potrebbero essere necessarie politiche economiche e sociali mirate, come la ridistribuzione del reddito, l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria, e la promozione dell’occupazione.
In sintesi, i dati indicano una disuguaglianza economica significativa in Kenya, con una distribuzione del reddito e della ricchezza molto disuguale tra le diverse categorie di popolazione. Questo solleva importanti questioni sulle politiche economiche e sociali volte a ridurre le disuguaglianze e promuovere una maggiore equità economica nel paese.
Sistema politico-istituzionale
Il Kenya è una Repubblica Presidenziale indipendente dal Dicembre 1963. Il 27 Agosto 2010 è stata approvata la nuova Carta Costituzionale che ha sostituito quella adottata con la Dichiarazione d’Indipendenza. Le elezioni di Marzo 2013 hanno sancito il definitivo passaggio al sistema Presidenziale puro, articolato su un ordinamento statuale nel quale trovano ampio spazio le autonomie locali, in risposta all’esigenza di dare adeguata rappresentanza al complesso mosaico etnico-tribale keniano.
Il Presidente viene eletto con la maggioranza assoluta a livello nazionale più il 25% dei voti in almeno la metà delle 47 Contee nelle quali la Costituzione suddivide il territorio nazionale. È stata inoltre istituita una Camera Alta del Parlamento, rappresentativa delle autonomie locali. Essa conta 47 membri in rappresentanza delle contee, 16 membri designati dai partiti politici in funzione della loro rappresentativita’, 2 rappresentanti della gioventu’ e due membri rappresentanti le persone diversamente abili.
L’altra novità introdotta dalla Costituzione del 2013 è la riforma della proprietà della terra. Tra le nuove norme, viene limitata l’estensione massima della terra di proprietà privata nonché abolita la proprietà illimitata per gli stranieri, trasformata in un possesso limitato a 99 anni (nella formula del “leasing” derivata dal diritto anglosassone).
Pur essendo ancora una giovane democrazia, il Kenya si distingue nella regione per complessità e maturità. Da sempre allineato su posizioni filo-occidentali e su modelli di liberalizzazione economica e di progressiva apertura al pluralismo, il Paese ha raggiunto risultati sorprendenti sotto diversi profili: basti ricordare come esso sia uno dei rari Paesi africani ad avere stampa, società civile e spazio politico sostanzialmente liberi, una vivace capacità imprenditoriale ed un tasso di connettività tra i più elevati in Africa.
RECENTI SVILUPPI
Dopo due mandati del Presidente Uhuru Kenyatta, il 9 agosto 2022 si sono tenute nuove elezioni presidenziali che hanno sancito la vittoria dell’ex Vice Presidente William Ruto, il quale ha sconfitto una coalizione guidata da Raila Odinga e appoggiata proprio da Kenyatta. Le elezioni si sono svolte in un clima ordinato. I risultati, contestati dal fronte perdente, sono stati confermati dalla Corte Suprema keniana. Ciò ha dimostrato un alto grado di maturità istituzionale del Paese, che ha saputo risolvere una questione cruciale e assai sentita da tante fasce della popolazione in modo pacifico, attraverso le vie giurisdizionali previste dalla Costituzione. Il nuovo Governo si è trovato dinnanzi a numerose sfide, soprattutto in termini di eguaglianza di accesso alle opportunità abitative, di lavoro e di credito, in linea con le promesse elettorali di sollevare le sorti della “Hustler Nation”.
Il Kenya si trova comunque a scontrarsi con numerose frizioni interne, in particolare si sottolineano i diversi screzi con l’opposizione politica guidata dal leader Raila Odinga. Tra i più recenti, vi è la contestazione dell’opposizione circa la tipologia di aiuti da inviare ad Haiti. L’opposizione politica in Kenya, in particolare il leader Raila Odinga, ha sottolineato che la missione in Haiti richiede una soluzione politica e non solo l’invio di 1.000 agenti di polizia. Questa contestazione si infatti aggiunta ai diversi fattori che hanno spinto il Paese a sospendere i propri aiuti verso Haiti (leggi l’articolo dedicato per approfondire).
Economia
Il Kenya è la principale economia dell’East Africa e uno dei più importanti mercati dell’Africa Sub-Sahariana. Da quasi 10 anni l’economia del Paese registra costanti tassi di crescita che oscillano tra il 4 e il 6%, fatta salva la parentesi del COVID. Il Kenya ha dato prova di grande “resilienza” durante la pandemia, con un importante rimbalzo al 7,5% per cento nel 2021, rispetto al – 0,2% del 2020. A guidare la ripresa è stato il settore dei servizi, che di per sé rappresenta oltre il 50% del PIL.
Le previsioni sull’andamento dell’economia del Kenya sono ora positive. Per i prossimi tre anni si prospetta una crescita del 5% sostenuta prevalentemente dai settori dei servizi, delle telecomunicazioni, dagli investimenti in ambito infrastrutturale, dalle riforme in ambito commerciale e istituzionale e da una maggiore integrazione regionale. Questo scenario di crescita è inoltre supportato dal consolidamento e dall’ulteriore incremento della classe media e della sua capacita’ di consumo.
La spina dorsale dell’economia keniana resta il settore agricolo. Sono rilevanti anche il settore manifatturiero e il settore agricolo.
Dal punto di vista macroeconomico analisti ed economisti hanno recentemente sollevato preoccupazione rispetto alla sostenibilità del debito pubblico del Paese.
FMI, Banca Mondiale e BEI hanno comunque sottolineato di non essere particolarmente allarmati dall’emergenza debitoria nel medio-lungo periodo, sempre che il Kenya segua la via del rigore fiscale e del rispetto degli obblighi finanziari. Un equilibrato rapporto tra crescita economica e maggiore inclusione sociale rimane la principale sfida che queste autorità sono chiamate ad affrontare.
Geografia Fisica
Territorio, monti e pianure
L’area orientale e la fascia costiera sono pianeggianti, mentre procedendo verso ovest il territorio si innalza progressivamente, con la parte centro-occidentale del Paese occupata da una serie di altopiani e dalla Rift Valley, che attraversa da nord a sud il Paese ed è contornata da diverse catene montuose e montagne che raggiungono la massima elevazione nel Monte Kenya (5.199 m.), seconda cima più alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro; sul confine con l’Uganda si trova un altro vulcano estinto di dimensioni ragguardevoli, il Monte Elgon (4.302 m.).
Coste e isole
La fascia costiera sull’Oceano Indiano ha uno sviluppo complessivo di 536 chilometri e risulta generalmente piatta, troviamo anche diverse isole, tutte a poca distanza dalla costa, Pate (75 Km²) quella maggiore; numerose anche le isole lacustri, specialmente nel Lago Vittoria, dove si trova la seconda isola kenyana più estesa, Mfangano (65 Km²).
Fiumi e laghi
Il Kenya non è particolarmente ricco d’acque, i due fiumi principali sono il Tana (800 Km) e l’Athi-Galana (390 Km), entrambi nascono negli altopiani centrali e sfociano nell’Oceano Indiano.
Appartiene al Paese una piccola porzione nord-orientale del più esteso bacino lacustre naturale africano, il Lago Vittoria (68.800 Km² in totale, 3.100 Km² la parte kenyana), mentre a nord troviamo il Lago Turkana (o Rodolfo), di tipo salino ed ampio 6.405 Km², con l’estremità settentrionale in territorio etiope; lungo la Rift Valley sono presenti inoltre diversi altri laghi meno estesi.
Clima
Il clima è influenzato dagli alisei e dai monsoni e presenta due stagioni umide, una maggiormente piovosa fra Marzo e Maggio ed un’altra con precipitazioni minori rispetto alla prima fra Ottobre e Dicembre, ci sono comunque notevoli differenze fra il clima tropicale costiero più caldo ed umido e quello dell’interno, temperato dall’altitudine, le aree nord-occidentali e nord-orientali presentano invece un clima semi-arido o desertico; vista la posizione del Paese, a ridosso dell’Equatore, le temperature medie variano di pochi gradi durante il corso dell’anno, nella capitale i mesi più freschi sono Giugno, Luglio ed Agosto, con medie giornaliere attorno ai 16°C.
Etnie e religioni
Il Kenya è suddiviso amministrativamente in 47 contee ed ha un tasso di urbanizzazione del 31%; due i centri abitati che superano il milione di abitanti, la capitale Nairobi (4.397.000 ab., 6.599.000 aggl. urbano) e Mombasa (1.208.000 ab., 1.354.000 aggl. urbano), città costiera sull’Oceano Indiano, seguono Nakuru (571.000 ab.), Ruiru (490.000 ab.), Eldoret (476.000 ab.) e Kisumu (398.000 ab.), tutte ubicate nell’area più fertile del Paese, fra la capitale ed il Lago Vittoria.
Il Paese è popolato da una cinquantina di gruppi etnici differenti, di origine bantu per i 2/3 circa e nilotica nel 30% dei casi, con piccole minoranze europee, asiatiche ed arabe (1%) a completare il quadro; Kikuyu (17%), Luhya (14,5%), Kalenjin (13,5%), Luo (10,5%) e Kamba (10%) i cinque gruppi più numerosi.
L’85,5% degli abitanti è cristiano, in maggioranza di fede protestante (61%) o cattolica (20,5%), mentre l’11% professa la religione islamica.