Nel cuore dell’Africa occidentale, la regione del Sahel è stata teatro di significativi cambiamenti politici e sfide geopolitiche che richiamano l’attenzione dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, il Sahel ha assistito a una serie di colpi di stato in paesi come il Mali, il Burkina Faso e il Ciad, segnando una profonda instabilità politica nella regione.
Dal 2020, il Sahel ha conosciuto ben cinque cambi di regime, con il Niger che in passato era considerato uno dei pilastri democratici della regione, ma che ora è entrato a far parte della “coup belt”, un termine che indica la concentrazione di colpi di stato nella regione. Questi sviluppi hanno innescato una reazione immediata da parte dell’Unione Europea, che ha sospeso il sostegno finanziario e la cooperazione in materia di sicurezza al Niger in risposta al colpo di stato militare.
Per l’Unione Europea, questi eventi hanno sollevato una serie di questioni cruciali. In primo luogo, l’UE è interessata all’approvvigionamento di uranio, una risorsa chiave nella regione. Inoltre, vi sono preoccupazioni riguardo alle possibili influenze russe nella regione del Sahel, che potrebbero complicare ulteriormente la situazione geopolitica.
Oltre alle questioni politiche e geopolitiche, i cambiamenti nella dinamica dei flussi migratori sono diventati una preoccupazione centrale per l’Unione Europea. Fino agli anni ’90, i flussi migratori nella regione non erano una preoccupazione politica rilevante per l’UE. Tuttavia, negli ultimi decenni, la migrazione irregolare è diventata un tema cruciale nelle relazioni diplomatiche tra governi subsahariani, nordafricani ed europei.
La città di Agadez, conosciuta come “gateway to Africa”, svolge un ruolo chiave in questa dinamica. Collega la regione occidentale dell’Africa al Sahara ed è stata a lungo un centro di transito per i migranti diretti verso il Mediterraneo. Tuttavia, negli ultimi anni, l’UE ha elaborato piani per rafforzare il controllo sulla migrazione in questa regione, riconoscendo l’importanza strategica di Agadez.
L’Unione Europea ha sviluppato una presenza significativa nel Sahel attraverso diverse strategie. Queste strategie comprendono il contrasto al terrorismo, il controllo dei confini, l’aiuto allo sviluppo socioeconomico e la gestione dei flussi migratori. La missione EUCAP Sahel Niger ha avuto un ruolo importante nel supportare le forze di sicurezza locali nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Inoltre, l’UE ha istituito il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa (EUTF) per affrontare le cause profonde delle migrazioni irregolari. Questo fondo ha sostenuto progetti mirati, tra cui la formazione del personale di frontiera e il supporto alle piccole imprese per ex contrabbandieri come alternativa di sostentamento.
Va menzionata anche la Legge numero 36-2015, concepita per contrastare lo smuggling di migranti. Questa legge proibisce il trasporto internazionale di migranti verso nord di Agadez e punisce severamente i contrabbandieri. Tuttavia, questa legge ha sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto sulla migrazione nella regione e sul benessere della popolazione locale.
Non è tutto!
Tra il 2022 e il 2023 il Sahel è stato al centro dell’attenzione mediatica, golpe e allontanamento dalla Francia e dai Paesi Europei. Il Niger, il Mali e il Burkina Faso hanno conosciuto negli ultimi cinque anni a causa degli attacchi terroristici e delle infiltrazioni jihadiste, la “percezione” di insicurezza della popolazione civile varia da comunità da comunità: i villaggi e i gruppi nell’area nigerina della cosiddetta “Tripla Frontiera” (la zona di Liptako-Gourma) all’intersezione di Mali, Burkina Faso e Niger, hanno chiaramente una percezione diversa rispetto a comunità meno colpite dal jihadismo. Non sono gli unicied il quadro non è positivo. I recenti golpe militari in Gabon lo hanno dimostrato.
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In conclusione, il Sahel continua a essere una regione critica per l’Unione Europea, con questioni complesse legate alla migrazione, alla sicurezza e alla geopolitica che richiedono una risposta strategica e coordinata. La regione rimane al centro dell’attenzione internazionale mentre si cerca di affrontare queste sfide in evoluzione.