La popolazione mondiale conta oggi otto miliardi di persone. Secondo le più recenti proiezioni, nel 2050 la Terra ospiterà quasi 9,7 miliardi di abitanti: 2,1 miliardi di esseri umani in più rispetto al livello attuale, quasi tutti africani. Una crescita esponenziale che contrasta con il lento andamento che ha vissuto la demografia nel corso dei secoli passati.
Nell’intero Medioevo, che ha caratterizzato la storia d’Europa dal V al XV secolo, si contavano solo qualche centinaio di milioni di persone. Per arrivare al primo miliardo si è dovuto attendere oltre 300 anni, fino alle soglie dell’era contemporanea, nel 1800. Dopo più di un secolo, intorno al 1930, si è giunti al secondo miliardo, nel pieno della grande depressione: tempi bui che hanno visto lo scoppio dell’ultima guerra mondiale e la morte sui campi di battaglia di milioni di giovani. Poi, il boom: nel 1960, mentre Stati Uniti e Russia si sfidavano a colpi di missioni spaziali e l’uomo metteva per la prima volta piede sulla Luna, la popolazione ha raggiunto il terzo miliardo. Per toccare il quarto meno di 15 anni dopo, nel 1975. Dodici anni più tardi, nel 1987, al termine della Guerra Fredda e del bipolarismo mondiale, si è giunti al quinto miliardo. Il sesto è stato raggiunto a fine anni ’90.
Infine, nel 2011, dopo solo 11 anni, si è toccata quota 7 miliardi, in un continuo crescendo wagneriano. E oggi siamo a 8 miliardi.
Una panoramica veloce per sottolineare una tendenza inarrestabile: per raggiungere il primo miliardo ci sono voluti ben 11.800 anni dalla nascita delle prime civiltà sulla Terra; per arrivare al secondo siamo scesi a 130 anni; per il terzo ne sono bastati 30; per il quarto 15; per il quinto e il sesto 12; per il settimo, 11; per l’ultimo 10.
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